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trekking
Difficoltà lieve; KM 2,5; 1h 30’
Il sentiero parte dal borgo di Monterosso e sale fino a raggiungere un crocevia segnalato da una grande croce di ferro. Da qui si sale ancora lungo una ripida scalinata fino a raggiungere una piccola cappella (m 414 slm). Continuando per circa 50 m si arriva al Santuario della Madonna di Soviore (m 470 slm), dove ha sede anche un Ostello per i giovani. Il Santuario della Madonna di Soviore è il più antico della Liguria ed è di particolare interesse perché recenti studi hanno scoperto l’esistenza di una chiesa sottostante, forse risalente al Medioevo, i cui resti sono visibili attraverso vetri sul pavimento.
Difficoltà lieve; KM 2; 45’
Lasciato il Santuario della Madonna di Soviore si prosegue lungo un tratto di strada asfaltata fino alla Colla di Gritta. Si raggiunge poi l’area di servizio di un ristorante e da qui si entra in un bosco da cui si sfocia poi sul versante a ponente che sia affaccia sul mare di Levanto. Il sentiero prosegue poi fino a raggiungere il Monte Vé (o Focone) a m 487 slm, da dove si scende per la selletta di S. Antonio al Mesco.
Difficoltà lieve; KM 4; 2h
Dalla selletta di S. Antonio al Mesco si rasenta una torretta di segnalazione a base ottagonale da dove comincia poi la discesa verso Levanto. Presso la Giada del Mesco il sentiero continua a scendere incontrando Casa Massola dove, nel 1931, Guglielmo Marconi perfezionò i suoi esperimenti di radiofonia ad onde corte tra Levanto e Santa Margherita. Da qui si raggiunge la periferia est di Levanto da dove, attraverso una scalinata, si accede al lungomare della Pietra.
Difficoltà lieve; KM 2,4; 1h 30’
Dall’area di Vallesanta sul lato ovest di Levanto si sale tra ulivi e pini fino ad arrivare alla Sella di Scernio (m 183 slm): qui il sentiero continua a salire fino a raggiungere la frazione di Poggio. Da questo piccolo paesino il sentiero inizia la discesa e si giunge alla Scalinata di Via Maxinara da dove si accede alla passeggiata est di Bonassola.
Difficoltà media; KM 4,5; 2h 30’
Dall’abitato di Bonassola si prende la via per il cimitero da dove parte un sentiero che attraversa la carrozzabile fino a raggiungere una lunga salita cementata. Si raggiunge da qui la Sella di Carpeneggio (m 132 slm) da dove, per una agevole sentiero, si oltrepassa un cartello che indica l’abitato di Framura. Si percorrono circa 200 m in pianura e si sale poi attraverso una folta vegetazione di pini e lecci. Raggiunta così la località di Salice si continua fino ad arrivare ad un gruppo di case abbandonate da dove parte una serie di piccoli tornanti che portano al Rio Valle delle Lame. Si raggiunge poi la frazione di Anzo e quella di Ravecca e continuando per 200 m circa in salita si arriva a Setta di Framura.
Difficoltà lieve; KM 4,5 circa; 2h 30’
Si parte dalla Stazione Ferroviaria di Framura da dove, per una ripida scalinata, si arriva in circa 10’ alla caratteristica Frazione di Anzo (m 76 slm), dove è visibile ancora un’antica torre di avvistamento. Continuando a salire si prende, sulla destra, la lunga scalinata che conduce a Ravecca da cui si prosegue per raggiungere la terza Frazione di Framura, Setta (m 152 slm). La strada continua poi per un tratto su strada asfaltata fino a raggiungere un bivio: si continua in questa direzione fino a raggiungere un secondo bivio dove si gira a sinistra per Deiva. La discesa è molto ripida e a tratti scoscesa ma si apre su panorami bellissimi: nelle giornate limpide si possono intravedere, oltre la lunga spiaggia di Deiva, le cime innevate dell’arco Alpino.
Difficoltà media; KM 4 circa; 2h
Partendo dal paese vecchio di Deiva Marina si raggiunge la Piazza delle Poste: proseguendo, la stretta strada carrozzabile raggiunge località Castagnole e si continua costeggiando un vigneto; poco più avanti si trova un bivio a cui bisogna prendere a destra (segnavia, pallino blu). Il primo tratto è una sorta di sterrato con vari tornanti che sale in maniera abbastanza ripida fino a raggiungere il vallone del Rio Posacqua, superato il quale si arriva ad una casa colonica. Proseguendo, la carrozzabile diventa una mulattiera che si snoda in mezzo ad un meraviglioso uliveto. Da qui si sale fino al punto più alto del sentiero (m 318 slm), si supera il Rio Crocetta e si raggiunge un secondo dosso sporgente. Si raggiunge così l’abitato di Lemeglio e si prosegue sulla carrozzabile affacciata sul golfo di Moneglia fino a raggiungere una larga via pedonale a gradoni che ci conduce in discesa al paese.
Difficoltà media; KM 20 circa; 8h
Dalla stazione di Deiva si percorre Corso Italia in direzione autostrada. A circa 3 Km dal ponte ferroviario si incontra il Camping Valdeiva; da qui si sale verso il paese di Carmagnola e lo si attraversa verso nord in direzione Monte Sant’Agata. Passato un agriturismo si arriva sulla strada provinciale e bisogna proseguire a sinistra. Lungo la strada si può decidere di fermarsi presso la cava di marmo bianco Levanto, dove si può trovare una nutrita colonia di tritone alpestre, oppure si può salire fino alla sommità del Monte Sant’Agata, dove si trovano i ruderi di una torre medievale e di un’antica chiesa. Se si continua lungo la provinciale si incontra poi la strada statale; girando a sinistra si sale per una stradina che conduce alla sommità del Monte S. Nicolao da dove si può ammirare un panorama davvero unico. Si scende seguendo i segnali e si gira a sinistra verso Moneglia, incontrando i ruderi di una chiesa medioevale e uno splendido castagneto. Si prosegue lato mare su splendide rocce multicolori, fino a ritornare sulla strada statale in località Case Marcone. Da qui si può proseguire lungo lo splendido crinale che porta dapprima al Passo dell’Incisa e poi verso Deiva o Moneglia.
Difficoltà media; KM 10 circa; 5h 30’
Dalla stazione di Moneglia si imbocca la strada verso il mare; alla prima curva troveremo, a destra, una scalinata dalla quale parte il sentiero per il Monte Moneglia (segnavia: due X rosse). Il sentiero prosegue sempre in costante ma leggera salita: si giunge così alla cima piatta e boscosa del Monte Servagli (m 327 slm) da dove si prosegue sull'ampia cresta. Giunti al Monte Comunaglia (m 463), si procede in cresta lungo uno stretto sentiero molto evidente che porta sulla piatta cima del Monte Moneglia (m 521). Proseguendo sul sentiero per Casazza (segnavia: due rombi rossi) si giunge in una piccola radura, dove si imbocca il sentiero per Riva Trigoso (due cerchi rossi) che scende rapidamente nel bosco. Giunti ad un grosso bivio si gira a sinistra e si attraversa una radura attrezzata ad area pic-nic, proseguendo su un sentiero (due cerchi rossi), che discende dolcemente con panorami su Punta Manara e scorci su Sestri Levante. Ad un bivio si prende a sinistra il sentiero per Punta Beffe ed in breve si giunge alla omonima Torre, con notevole vista su Riva Trigoso. Tornati sul sentiero, il nostro itinerario piega a sinistra. Scendendo ripidamente nel bosco rado tra erica e corbezzoli si gode di panorami mozzafiato. Il sentiero si trasforma prima in strada sterrata, poi asfaltata sfociando in una strada più larga che in un paio di tornanti porta alla provinciale che conduce a Riva Trigoso.
Difficoltà lieve; Km 4 circa; 2 h 15’
Si tratta di una gita breve e rilassante che offre splendidi scorci panoramici sul mare. All’uscita del casello autostradale di Sestri Levante (Autostrada Genova-La Spezia) ci si dirige verso il centro del paese. Segnavia: due cerchi rossi pieni. Percorrere per circa 100 metri la carrozzabile in terra battuta che si dirige verso sud e proseguire poi lungo un viottolo che si trova sulla sinistra. Il sentiero prosegue in salita con delle scalinate di pietra, incontra una piccola cappella e poi taglia le pendici sud-orientali del Monte Castello, giungendo infine alla rocciosa Punta Manara. Per tornare indietro si ripercorre per un breve tratto il sentiero già percorso, quindi si prende a sinistra un altro sentiero (segnavia: due quadrati rossi pieni) che si dirige verso Sestri Levante. Nell’ultimo tratto il sentiero si innesta in un vicolo che scende fino al centro del paese.
Segnavia: Bianco e Rosso
Difficoltà media; 1h45’
Si parte dalla piazza della parrocchiale di Montemarcello. Da qui si scende lungo una scalinata, al termine della quale si attraversa la strada asfaltata per proseguire in discesa. Si sale poi tra oliveti e campi coltivati, con un bel panorama delle isole del golfo della Spezia. Si prosegue fino ad arrivare in prossimità di una costruzione rurale in pietra dove si scende fiancheggiandola e tralasciando il sentiero sulla destra. Si prosegue, dopo aver attraversato un bosco ombroso, in direzione Lerici. Il tracciato e' ben riconoscibile per il selciato in pietra e per i due muri a secco che lo delimitano. Dopo un ultimo tratto in mezzo ai pini d'Aleppo e lecci si attraversa nuovamente la strada asfaltata e ci si inoltra per un breve tratto in un uliveto fino ad arrivare ad un area pianeggiante di bellezza panoramica indimenticabile. Si prosegue ancora in direzione di Lerici e dopo un brevissimo percorso tra case e muri di recinzione, si giunge in località Quattro strade, si attraversa la strada e si prosegue sul sentiero, delimitato da muri a secco, che porta a Tellaro. La discesa si fa ripida e inizia la scalinata in pietra del cosiddetto "Piastron", dirupo a strapiombo sul mare. A destra del sentiero estesi oliveti arrivano fino alle prime case del paese, che si superano per entrare nel centro storico, fino al piccolo scalo in mare per le barche.
Questa Via di enorme interesse storico attraversa l’attuale Lunigiana, toccando le province di La Spezia e Massa Carrara. Anticamente la Via Francigena collegava Canterbury, in Inghilterra, con Roma. La sua storia ha inizio con la dominazione dei Longobardi, i quali la utilizzavano come via commerciale e di comunicazione tra la pianura e il loro porto principale, in prossimità di dove oggi sorge Bocca di Magra. Successivamente fu ampliata dai Franchi che la resero famosa: infatti iniziò ad essere utilizzata dai pellegrini che volevano raggiungere la Città Santa di Roma. Alcuni tratti sono percorribili a piedi o in bicicletta ancora oggi: nella zona del Berceto si possono fare escursioni sulla Via Francigena di straordinaria bellezza, e perché no… di carattere mistico.
Cosa fare