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Dapprima Area Protetta e successivamente Parco Regionale, le Cinque Terre sono diventate nel 1999 Parco Nazionale ovvero lo strumento per salvaguardare un ambiente unico al mondo, fatto di coste a strapiombo sul mare con baie e piccole spiagge, migliaia di chilometri di muretti a secco a segnare i terrazzi per la coltivazione della vite, caratteristici rustici, borghi medievali, santuari, sentieri panoramici sul mare e sui pendii.
Il territorio prospiciente la costa dei cinque borghi, compreso tra il Promontorio di Punta Mesco a ponente e il Capo di Montenero a levante, è stato dichiarato Area Marina Naturale Protetta nel 1999 per preservare le innumerevoli gorgonie che vi si trovano e la Posidonia oceanica che forma fitte praterie e funge da rifugio e luogo di riproduzione per innumerevoli organismi e specie rare. Inoltre, per la presenza di balene e delfini, queste acque fanno parte del Santuario dei Cetacei.
Quando i vigneti rivestono le colline, il vino sulla tavola non può mancare: vino bianco secco da tavola D.O.C., chiamato semplicemente Cinque Terre, lo "Schiacchetrà", raro e pregiato vino liquoroso, prodotto da uva passita, il "limoncino", liquore ricavato dai numerosi limoni con i quali in maggio, per la Pentecoste, il paese di Monterosso si addobba festosamente durante la Sagra del Limone.
La cucina delle Cinque Terre conserva quasi intatte le caratteristiche di un tempo. Da non perdere: le trofie di farina di frumento e di castagne, condite con il pesto, le torte di verdura, preparate con borragine, bietole, carciofi, zucchini, patate e porri, le tagliatelle ai funghi. E per gli amanti del pesce, acciughe ripiene e fritte, frittura di bianchetti, novellame di acciughe e sardine, o rossetti, seppie di scoglio di zimino, polpo all' inferno e totani ripieni.
E col pesce non si può non ricordare l'origano, l'erba che gli abitanti della provincia della Spezia sono soliti impiegare anche per profumare i pomodori.